Il progetto I SPORT – Inclusive Sport Project Opposed to Radicalization Tenets, nasce dall’idea di alcuni collaboratori del CEIPES, da altri del CUS Palermo, insieme al CdS interclasse Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Università degli Studi di Palermo ed alla preziosa collaborazione del Direttore dell’Istituto Penitenziario Minorile “Malaspina”, Dott. Michelangelo Capitano.

L’obiettivo di questo progetto è quello di favorire l’inclusione sociale attraverso la pratica sportiva, combattendo il fenomeno della radicalizzazione.

Le attività hanno preso il via dopo la conferenza di apertura che si è svolta a febbraio 2018, vedendo impeganti i partecipanti tre volte a settimana per lo svolgimento di attività di educazione non formale, gestite dai collaboratori del CEIPES e negli allenamenti dei tre sport progettuali: Atletica, Calcetto a 5 e Pallavolo.

Con non poche difficoltà, ogni settimana, alcuni ragazzi rifugiati ospiti delle comunità di accoglienza palermitane (SPRAR), i ragazzi detenuti presso l’IPM Malaspina di Palermo e alcuni studenti universitari, si incontrano per conoscersi, fare squadra, divertirsi e migliorare la loro visione del mondo nel rispetto dell’altro, con un forte senso di unione che è cresciuto e sta ancora crescendo grazie anche solo al fatto di passare delle ore insieme.
Le attività di atletica si svolgono tutti i mercoledì presso il CUS Palermo, partner del progetto, mentre quelle di Calcetto e Pallavolo sono ospitate tutti i lunedì e venerdì nella struttura dell’IPM Malaspina di Palermo, anche questo, partner di I SPORT.

Fondamentale è il ruolo dei tre preparatissimi allenatori Salvatore La Bianca (per il calcetto), Cesare Di Cesare (per l’atletica) e Pietro Scaduto (per la pallavolo), che stanno dando un grandissimo contributo per la buona riuscita di ogni singolo appuntamento e del progetto in generale, servendosi della loro esperienza e capagità di gestione delle attività.

In questo momento storico italiano, I SPORT vanta, più che mai, un’importanza significativa.
<<I SPORT mi ha permesso di conoscere me stesso grazie alle attività che svolgiamo e mi ha consentito di capire che non servono le barriere del pregiudizio, le quali si abbattono quando si gioca insieme e si fa squadra; ho capito che i ragazzi detenuti hanno una grande sensibilità che mostrano ad ogni incontro ed hanno consepevolezza degli errori che li hanno portati a vivere dentro l’istituto, privandoli della libertà; che lo Sport è linguaggio, è un codice di comportamento. Lo Sport è unione poiché le sue regole sono uguali per qualsiasi uomo e perché lo Sport parla un’unica lingua universale.>>
Queste le parole di Yaccub Said, il mediatore culturale che segue tutte le attività del progetto e che è riuscito, con il suo contributo, a rendere ancora più bello I SPORT, mettendosi in gioco non solo come mediatore ma partecipando attivamente, giocando con tutti i ragazzi.

Il progetto si concluderà a novembre 2018, con dei tornei finali per ogni sport, che vedrà impegnati i partecipanti nel fare squadra e gioire insieme per le vittorie e le sconfitte, perché non avrà importanza vincere o perdere per se stessi o per la squadra ma la vera vittoria sarà la riuscita di I SPORT, “LO SPORT CHE UNISCE”.

 

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