Poche settimane mancano al termine della sua esperienza e Noemi, volontaria in Portogallo, nell’ambito del progetto “R.A.Y Resilience Across Youth” ha scelto di condividere con noi riflessioni e sensazioni che questo percorso le hanno regalato:

“Sono arrivata ad Aveiro il 27 Aprile, colma di eccitazione, paure, aspettative e ansie. Da subito sono stata messa a mio agio, inserita nell’ambiente lavorativo, e nelle condizioni di scegliere come sviluppare al meglio il progetto, in base alle mie inclinazioni, abilità, ed esigenze. Inizialmente, non conoscendo le possibilità a mia disposizione e non sapendo quali mansioni avrei potuto svolgere, la mia settimana è stata organizzata di modo che io potessi misurarmi e sperimentarmi in vari ambiti.

Dopo qualche settimana la mia figura all’interno dell’organizzazione mi è stata chiara e sono stata pronta a dare il meglio. Lavoro dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 18:00, all’interno di uno spazio chiamato “Parque dos Talendos”, dove si organizzano eventi legati al teatro, alla musica e all’animazione socio-culturale. Occupandomi di teatro già da alcuni anni, sono stata inserita in un progetto collaborativo con una scuola elementare di una città limitrofa, in cui sono state proposte delle lezioni di movimento e interpretazione di base per i bambini.

Sto inoltre avendo la possibilità di mettere in pratica un progetto di Teatro da me scritto, per ragazzi con
esigenze speciali. Questo è a grandi linee ciò di cui mi occupo.
Per quando riguarda la sistemazione, sto vivendo in un appartamento a due piani davvero delizioso, situato
vicino al posto di lavoro, spazioso e ben tenuto, che condivido con altri 4 meravigliosi volontari con cui si è
creato un ottimo rapporto basato sul rispetto e la condivisione.
E’ interessante cambiare radicalmente le abitudini quotidiane, da un giorno all’altro ritrovarsi inseriti in un
ambiente totalmente differente in cui ci si abitua giorno dopo giorno, fino ad arrivare a pensare che questa
è sempre stata la mia vita.

Per questa ragione riesco a fatica a realizzare che tra tre mesi ritornerò nella mia città, a riprendere ciò che ho mollato per sfruttare questa occasione. Questi sei mesi sono stati ricchi, mi sono nutrita di giorni pieni e soddisfacenti, ho trovato uno splendido equilibrio con l’ambiente circostante, ho conosciuto tantissime persone che porterò dentro di me e con cui sicuramente manterrò contatti duraturi. E’ stata e continua a essere per me un’esperienza in cui sto scoprendo e affrontando paure, in cui sto imparando a prendermi meno sul serio, a fare del mio meglio, in cui sento la necessità di esporre le mi esigenze e nello stesso tempo adattarmi. Comunicando, venendosi incontro.

Arrivo alla conclusione dell’articolo rinnovando il mio entusiasmo e la mia soddisfazione, e invitando i
ragazzi a concedersi questo viaggio pieno di sorprese, con la giusta predisposizione psico-fisica, sapendo
che c’è tanto da ricevere e tanto da dare.”

 

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