Nome e tipo del progetto: Our Way of SEL- HUGBIT

Numero del progetto: 2019-2-HU01-KA105-061321

Durata: 12 months

Ente capofila: CEIPES – Centro Internazionale per la Promozione dell’Educazione e lo Sviluppo (Italia)

Finanziato da: Commissione Europea, Programma Erasmus+-Ka1

Organizzazione partner: Okide Association (Hungary)

Grazie alla collaborazione tra l’organizzazione Okide e il CEIPES, nasce il progetto Our Way of SEL- HUGBIT, la cui seconda attività di mobilità si è tenuta a Palermo dal 20 al 22 luglio 2021 a cui hanno partecipato 12 professionisti ungheresi e 10 italiani che operano nel campo dello youth work, dell’istruzione e della formazione.

Questo progetto nasce con l’obiettivo di trasmettere ai partecipanti conoscenze, tecniche e metodi volti a migliorare le proprie competenze nell’ambito del Social and Emotional Learning.

È infatti dimostrato come il SEL sia un ottimo strumento che, se trasmesso ai più giovani, può prevenire comportamenti scorretti, aumentare l’autostima, la comunicazione, la socializzazione e la capacità di far fronte allo stress.

I tre giorni di formazione SEL sono stati molto intensi e non è mancata l’occasione per far conoscere al gruppo parte del variegato tessuto sociale Palermitano.

Alcune delle sessioni sono state ospitate da Quarto Tempo, coworking nel cuore del centro storico di Palermo, che ha condiviso con il gruppo la propria modalità di utilizzo delle discipline olistiche ed utilizzo di strumenti della tradizione, come i Pupi Siciliani, per sensibilizzare alla legalità. Caterina Forte della “Forte Feldenkrais” con una formazione più esperienziale ha permesso ad ogni partecipante di apprendere e mettere in pratica le tecniche del SEL attraverso il movimento.

Di grande impatto è stata, inoltre, la sessione pomeridiana a Villa Giulia. La natura gioca un ruolo fondamentale nel tirare fuori le proprie emozioni, condividendo le proprie sensazioni più nascoste e mostrando la propria fragilità.

Conoscere una cultura diversa significa anche scoprirne l’essenza, andando a toccare temi attualissimi come l’immigrazione e l’accoglienza.

La seconda parte del training si è svolta interamente nel quartiere dell’Albergheria, iniziando con la scoperta lenta del mercato di Ballarò, per poi continuare presso l’Oratorio Santa Chiara, punto di riferimento per molti ragazzi del quartiere, dove Don Enzo porta avanti progetti di inclusione sociale.

Il secondo giorno si è concluso nel migliore dei modi, discutendo di diversi approcci di insegnamento tra i vari componenti del gruppo, presso il Bistrò Al Fresco, una realtà che, grazie a un laboratorio dolciario all’interno del carcere minorile di Palermo, insegna un mestiere ai giovani detenuti, per permettere loro di potersi reinserire nella società, una volta scontata la pena.

Il terzo giorno, l’Università di Palermo ci ha accolto con una lezione improntata sull’Emotional Intelligence tenuta dalla professoressa D’Amico, psicologa, e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Palermo, esperta di apprendimento scolastico e disturbi dell’apprendimento, di intelligenza emotiva e di tecnologie educative, fondatrice del Centro Studi Internazionale Metaintelligenze

Come la professoressa afferma: “Varie culture hanno differenti modalità di comunicazione, ma le emozioni scaturite possono essere le stesse. In riferimento al tema dell’inclusione, lo sbaglio che spesso si fa è quello di cercare di eliminare la paura, cercando di livellare le differenze. Il punto su cui lavorare, invece, è quella di includere le diversità”.

Il training si è concluso con un incontro sull’intelligenza emotiva facilitato dallo psicologo Ezio Recano, un workshop in cui attraverso un role playing i partecipanti hanno avuto modo di immedesimarsi nei panni di chi solitamente apprende e di condividere tecniche di gestione dello stress e di empatia.

Il social and emotional learning è sempre più al centro del dibattito. Si sta diffondendo la consapevolezza che l’aspetto emozionale è importante tanto quanto quello cognitivo in ambito di apprendimento.

Imparare a gestire le proprie emozioni, non solo in termini di autocontrollo, ma anche di consapevolezza di sé, di capacità di porsi degli obiettivi e di relazionarsi con gli altri, sono competenze il cui sviluppo dovrebbe essere supportato in tutti i contesti formativi, formali e non formali.

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