PALERMO – “Adesso lavoro con una motivazione ancora più forte e sono convinta che le nostre forze, unite, riusciranno a portare l’intera comunità in un’altra direzione, nonostante gli ultimi avvenimenti mondiali ci facciano presagire il contrario”. È questo il commento di Irene Capozzi, project manager del Ceipes, al ritorno dal secondo incontro transnazionale di Youth Impact, il progetto che ha l’obiettivo di potenziare le capacità delle organizzazioni giovanili che lavorano nell’educazione alla pace. Dal 9 al 12 novembre, infatti, tutti i ricercatori impegnati nel progetto si sono riuniti a L’Aja, in Olanda, per discutere di importanti questioni relative alla gestione. È stata questa infatti l’occasione per stilare il report contenete i risultati provenienti dalle ricerche svolte sul campo all’interno delle 6 organizzazioni partner riguardanti le loro pratiche di MEL: Monitoraggio, valutazione ed apprendimento (maggiori informazioni qui).Inoltre è stato un momento utile per valutare i mesi trascorsi e pianificare le fasi future scegliendo gli strumenti da utilizzare.

Dal 12 al 15, poi, si è svolto lo Young Peacebuilders Forum 2015, organizzato da Unoy, durante il quale il team di Youth Impact ha presentato il progetto e ha facilitato diversi workshop con 60 giovani peacebuilders da tutto il mondo. “Questa è stata un’occasione preziosa di confronto e di riflessione – conclude Irene Capozzi – Inoltre, svolgere l’incontro alla Humanity House è stato particolarmente suggestivo, soprattutto per la possibilità di visitare un museo a dir poco particolare, che simula il viaggio di un rifugiato”.

IL PROGETTO:
Youth impact: potenziamento delle capacità organizzative

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