Un’avventura a Kathmandu e Salta:
Esperienze di giovani volontari all’estero

I diritti umani fin dalla fine degli anni ‘60 si sono ampliati ed hanno ottenuto nuove forme – dalla lotta contro la discriminazione razziale alla lotta contro l’impunità, la povertà, la discriminazione sessuale, i conflitti armati e la violenza, la mancanza di democrazia e di istituzioni deboli, ecc.

La maggior parte della popolazione mondiale, ammette che i diritti umani sono inerenti a tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro nazionalità, luogo di residenza, sesso, nazionalità o origine etnica, colore della pelle, lingua, o qualsiasi altra condizione. Inoltre, i diritti umani universali sono spesso espressi e garantiti dalla legge, in forma di trattati, di diritto internazionale consuetudinario, di principi generali e di altre fonti di diritto nazionale e internazionale, ma nonostante questo fatto ci sono ancora molti  posti in tutto il nostro pianeta dov’è presente la mancanza di rispetto e la negazione dei diritti umani.

“Across Continents” è un servizio volontario europeo (SVE), progetto finanziato con il sostegno del programma Gioventù in Azione della Commissione Europea e finalizzato a integrare i diritti umani in attività di volontariato, per promuovere e proteggere i diritti umani nel mondo ed incoraggiare la partecipazione attiva attraverso il volontariato.

I 12 volontari provenienti da Italia, Olanda, Spagna e Francia sono da 3 mesi a Kathmandu (Nepal), Bogotà (Colombia) e Mendoza e Salta (Argentina). Essi lavorano con i giovani locali e con i bambini sviluppando varie attività connesse con i diritti umani, giustizia sociale e la non discriminazione.

Dal momento che i volontari hanno trascorso nel paese ospitante quasi tre mesi il CEIPES ha chiesto il loro primo parere e le impressioni sul lavoro all’interno delle diverse comunità locali e la loro vita dopo l’avvio del programma di volontariato.

Cinque volontari che lavorano in Nepal e in Argentina hanno condiviso con noi le loro esperienze e pensieri. “Across Continents” si propone di dare ai giovani volontari molti benefici educativi e culturali. Abbiamo chiesto loro di indicare quelli che sono i più importanti dal loro punto di vista. I volontari menzionano la crescita di coscienza personale, lo sviluppo delle loro capacità di cooperazione, un aumento della capacità di analisi, di pianificazione e di comunicazione, così come la scoperta di una nuova e ricca dimensione interculturale. Per quanto riguarda le persone con le quali i volontari lavorano segnalano la collaborazione con i volontari, la tolleranza e la solidarietà, che tutte le persone coinvolte nel progetto possono imparare e migliorare.

Un altro obiettivo importante del progetto “Across Continents” è quello di aumentare la conoscenza e l’informazione dei giovani circa i paesi ospitanti. Come mostra l’esperienza dei volontari, questo obiettivo sarà raggiunto con successo. Mario Paciola, il volontario italiano che lavora a Salta, Argentina, ha scritto: “Mi ricordo la grande sorpresa che alcuni ragazzi hanno avuto nel Collegio San Antonio quando ho detto loro che ero lì grazie a un progetto di cooperazione internazionale. Non sapevano che potesse esistere una possibilità del genere e molti di loro mi hanno fatto un sacco di domande riguardo al mio paese, la mia esperienza e la mia vita, cercando di capire come quella mattina la mia presenza nella loro classe fosse possibile, ed alla fine molti di loro hanno espresso il desiderio di trovare un modo per realizzare la stessa scelta. Sarebbe bello se domani uno di loro potrebbe avere le stesse possibilità che ho avuto io di viaggiare in altre parti del mondo attraverso un progetto di interscambio, come potrebbe essere un ottimo modo per comprendere meglio le altre culture e le rispettive differenze, imparando come accettarle “.

L’esperienza varia da paese a paese, ogni paese offre ai volontari un’esperienza diversa ed importante. Joryck dalla Francia che lavora in Nepal ricorda: “Quando sono arrivato in Nepal tutto era nuovo: vivere in un enorme città, un ambiente inquinato e pieno di gente, impregnato di cose religiose, nuovo cibo ed alloggi. Ma giorno dopo giorno ho imparato di più su questo tipo di vita ed è vero piacere di uscire ogni giorno perché ogni giorno non è lo stesso, un giorno si lavora a scuola un altro si lavora in orfanotrofio e quando si è in fine settimana è proprio bello ciò che si può trovare in giro per Kathmandu”.

Vivendo in altri paesi i volontari devono imparare non solo come vivere con diverse condizioni fisiche ma anche imparare a muoversi in un contesto sociale e culturale molto variegato, e allo stesso tempo riflettere su ciò che la loro presenza può dare alla comunità locale.

Lisa da Paesi Bassi, che sta anche lei lavorando in Nepal condivide la sua opinione: “È ancora sorprendente vedere ciò che un sistema delle caste, ma anche lo sfondo religioso e finanziario, può fare la differenza nelle opportunità che le persone hanno. Anche se il sistema delle caste non c’è più ufficialmente, questo è un grosso problema nella società e mantiene la struttura della società sempre la stessa. Lavoriamo in una scuola per bambini disabili, dove mostriamo agli studenti le loro possibilità. Per fare arte, musica, gioco, insegnare e parlare, cerchiamo di non far loro vedere le loro mancanze, ma i loro cambiamenti ed opportunità. In orfanotrofio mostriamo cos’è il rispetto, e in che modo i bambini possono giocare correttamente senza violenza. I bambini non sono abituati a questo e penso che li ispiriamo a creare un ambiente più pacifico e nonviolento”.

Questo tipo di scambio di valori e credenze rende una società più ricca e garantisce che i suoi membri hanno una visione più ampia del mondo.

In Direttore Esecutivo dell’UNFPA Thoraya A. Obaid una volta ha detto: “Sappiamo tutti che i diritti umani non possono essere trapiantati solo come principi esterni negli individui o nelle loro comunità. I principi dei diritti umani devono essere interiorizzati da ciascuno, donne e uomini, e devono essere assorbiti ed espressi a modo loro ed all’interno degli aspetti positivi dei loro valori culturali e credenze!”. I programmi di volontariato sui Diritti Umani sono un ottimo strumento per aumentare la consapevolezza della società e conoscere di più questi valori che sono condivisi in tutto il mondo con l’obiettivo di renderlo migliore. Un volontario non può farlo da solo, tuttavia è un passo verso un umanità che rispetta, apprezza e prende in considerazione l’uguaglianza delle persone e dei diritti nonostante dalla loro nazionalità, luogo di residenza, sesso, origine nazionale o etnica, colore della pelle, lingua, o di qualsiasi altra condizione. Ciò non basta, abbiamo ancora molti passi da fare, ma dà sempre speranza e ci fa credere che la nostra strada è sempre più breve.

Per informazione più dettagliata si prega di visitare i blog dei volontari:
http://www.unoy.org/unoy/blog/category/unoy-news/blog/
http://www.levanteonline.net/index.php/il-blog-del-gaucho.html
http://lisahilderink.blogspot.it/
http://virgigolo.blogspot.it/
 

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